Un po’ di tutto per tutti |
Padre nostro |
Gesù aveva già iniziato la sua vita pubblica e, per il fatto di essere un predicatore già conosciuto, raccolse molta gente disposta a ricevere i suoi insegnamenti. Decise dunque di salire su un monte perché tutti potessero sentirlo , e da qui pronunciò il “Discorso della montagna”, al termine del quale le persone che lo ascoltavano chiesero il giusto modo per pregare Dio. « Un giorno Gesù si Trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli" » (Lc 11,1). Ed egli disse loro:<<Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, E non ci indurre in tentazione>> (Lc 11,1-5). "Padre" è l’appellativo col quale Gesù si rivolge al Padre Celeste. "Sia santificato il tuo nome" sta ad indicare, nella versione interconfessionale in lingua corrente e quindi accettata anche dalle altri confessioni cristiane: "fa che tutti ti riconoscano come Dio" . "Venga il tuo Regno". Con queste parole Gesù intende la regalità, cioè la sovranità di Dio su tutto il popolo sul quale viene esercitata questa sovranità che si realizza con l’adesione sincera alla sua Legge, scritta nei cuori e nelle coscienze. Una sovranità e regalità che esige la scelta libera delle creature. E quando sarà realizzato il Regno di Dio la sua volontà sarà sempre fatta in cielo ed in terra. "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Con questa richiesta comincia la seconda parte del "Padre nostro". La richiesta del pane quotidiano ci deve spingere a desiderare prima di tutto il "Regno di Dio" sapendo che tutto viene dato in più. "Perdonaci i nostri peccati perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore ". Peccato e debito sono due parole che indicano la stessa realtà. Con Dio noi siamo sempre in debito, ma egli ci condona tutto, liberamente, a condizione che anche noi condoniamo agli altri le mancanze fatte a noi stessi. "e non ci indurre in tentazione". La frase che chiude la redazione di Luca, deve essere intesa come "Fa’ che non cediamo nel momento della prova".
Testo:
Padre nostro che sei nei cieli,
Traduzione in latino:
Pater Noster qui es in caelis: sanctificétur Nomen Tuum; advéniat Regnum Tuum; fiat volúntas Tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum supersubstantiálem da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a Malo. Amen.
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